Tolmin e la Valle del fiume Isonzo
“Dov’è Tolmin?” è una domanda frequente, persino tra gli sloveni.
È difficile credere che qualcuno in Slovenia chieda ancora dove si trovi Tolmin. Eppure succede. E non di rado. Un po’ di conoscenza in merito avremmo dovuto acquisirla già alle elementari. Ma tant’è.
Tolmin è un piccolo puntino vicino alla “coda della nostra gallina” – la sagoma della Slovenia. È una città, piccola sì, ma pur sempre una città. Abbiamo un solo semaforo — beh, forse qualcuno in più, se contiamo quelli temporanei nei tratti di strada in ristrutturazione o manutenzione. Di quelli ce ne sono parecchi, ma con il tempo ci hanno regalato collegamenti molto migliori con il resto della nostra splendida patria, avvicinandoci anche a coloro che fino a poco tempo fa si chiedevano ancora: “Dov’è Tolmin?”.
Tolmin è molto più di una cittadina dell’Alto Posočje. È una città che condivide un pezzo del suo territorio con il fiume più bello del mondo: l’Isonzo. Tolmin vive e respira con esso; il fiume scandisce una parte delle nostre vite.
Tolmin è storia e cultura. Il conte Coronini, i ribelli e le rivolte contadine, l’anno 1713 (sì, di nuovo la scuola elementare), l’Ossario tedesco, le gole di Tolmin, Javorca e altri monumenti della Prima guerra mondiale…
Tolmin è turismo e natura incontaminata. Bicicletta, rafting, kayak… con guida o in autonomia. Dall’alto o dall’acqua, bisogna amare Tolmin e i suoi dintorni. La bellezza e i colori della natura, in ogni stagione, offrono angoli in cui nutrire l’anima, dove nascono nuove idee, si trovano soluzioni e semplicemente si gode la vita.
Tolmin è sport. È calcio, è kayak, è canoa. Sono individui di successo e squadre che dimostrano che si può fare, se lo si vuole davvero.
Tolmin è solidarietà, rappresentata dal gruppo di valorosi soccorritori alpini – probabilmente il più impegnato del Paese – e dalla dedizione dei vigili del fuoco volontari, sempre pronti ad aiutare ovunque e in ogni momento.
La convivenza con la fauna selvatica conferisce a Tolmin un tocco di selvaticità: orsi e lupi che, di tanto in tanto, mostrano il loro manto; selvaggina, pecore e bovini che arricchiscono la varietà del paesaggio; e, naturalmente, la trota dell’Isonzo, nascosta agli sguardi curiosi, che attira i pescatori nelle sue acque.
Siamo lontani? O forse sono lontani tutti gli altri che non vivono qui.
Una volta che arrivi a Tolmin, ci ritorni. Ancora e ancora. Forse resti, diventi parte della storia… e non chiedi mai più: “Dov’è Tolmin?"